Ora analizzerò brevemente gli ARGINI ARTIFICILAI con cui veniamo a contatto ogni giorno ma che sicuramente non abbiamo mai guardato con attenzione.
Essi sono quell'infrastruttura costruita dall'uomo nelle zone in cui gli argini naturali non erano sufficienti a proteggere e tutelare l’ambiente circostante dalle esondazioni dei fiumi e dai loro possibili danni.
All'inizio del corso scelsi il mio artificiale e iniziai il blog definendo l'oggetto e cercai la traduzione in più lingue(A). Successivamente ho preso in analisi ambiti più tecnici come gli elementi (D), i materiali (E), le funzioni (G), le dimensioni (M) e le specifiche (P). Gli argomenti trattati sono stati prettamente ingegneristici, ho però imparato che gli argini sono costruiti principalmente in limo, argilla e sabbia e che ce ne sono di diverse forme e dimensioni a seconda della loro utilità.
Il mio blog non si è però fermato agli aspetti più tecnici e "oggettivi", ho rintracciato la presenza degli argini artificiali nella musica (J) nel brano When the levee breaks dei Led Zeppelin, nel cinema (K) nel film La grande bellezza di Sorrentino e infine nella storia (W).
Poi abbiamo analizzato i simboli (Q) che si possono trovare su mappe e cartine geografiche, le varie tecnologie ed industrie interessate nel progetto e nella costruzione degli argini (S). Infine ho esposto alcuni luoghi in cui gli argini artificiali sono caratteristica principale (V) come i Muraglioni del fiume Tevere a Roma.
Nell'ultimo post ho analizzato i numerosi significati metaforici (AA) del termine tra i quali quello di limite, ostacolo e anche di riparo.
Tutto questo percorso ci ha infine permesso di creare un abbecedario di questo artificiale (BB).
Non è stato un lavoro semplice poiché ha richiesto tempo ed impegno ma è stato divertente e stimolante, mi ha fatto uscire per poche ore a settimana dal mondo ingegneristico per analizzarne uno più umanistico.
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